A Locri ecografo ospedale usato per visite private
07-12-2024 09:50 - Cronaca
Divieto di esercitare la professione medico-sanitaria per 12 mesi: è la misura interdittiva che è stata emessa nei confronti del primario del reparto di Pediatria dell'ospedale di Locri Antonio Musolino, accusato di peculato, truffa ai danni dello Stato, false attestazioni e rifiuto d'atti d'ufficio.
L'ordinanza è stata emessa dal gip su richiesta della Procura di Locri guidata da Giuseppe Casciaro.
Il provvedimento di interdizione scaturisce dalle indagini svolte dalla guardia di finanza del gruppo Locri che hanno portato i pm a disporre nei confronti del primario anche il sequestro preventivo di strumentazione medica nonché della somma di 40.532 euro.
Secondo quanto sarebbe emerso dagli accertamenti delle fiamme gialle, il dirigente medico avrebbe sottratto sistematicamente e per fini personali un ecografo in dotazione al reparto ospedaliero da lui diretto, donato dalla collettività locrese.
Il primario, infatti, pur essendo legato all'Asp di Reggio Calabria da rapporto di lavoro esclusivo, avrebbe esercitato attività professionale extra moenia non autorizzata in alcuni studi medici privati, utilizzando l'ecografo del reparto ospedaliero che dirigeva ed attestando falsamente all'Azienda sanitaria di trovarsi, invece, nell'ospedale di Locri per rendere "prestazioni aggiuntive".
L'Asp, in virtù di una specifica scelta di Musolino, corrispondeva allo stesso professionista indagato anche la cosiddetta "indennità di esclusività", un emolumento accessorio previsto a favore di tutti i dirigenti medici che scelgono di prestare la propria attività professionale esclusivamente a favore dell'Azienda sanitaria di appartenenza.
Nel corso delle indagini, inoltre, sarebbe emerso che in una specifica circostanza il primario, pur essendo in turno di "disponibilità", si sarebbe indebitamente rifiutato di intervenire in ausilio di altro dirigente medico del reparto da lui diretto che ne aveva richiesto l'intervento per gestire un'emergenza relativa a una paziente.
La somma sequestrata al professionista corrisponde a quanto il primario avrebbe indebitamente percepito tra "prestazioni aggiuntive" e "indennità di esclusività".
Quando è stato eseguito il provvedimento di interdizione, i finanzieri hanno sorpreso il medico in flagranza mentre stava visitando un paziente in uno studio privato della provincia utilizzando l'ecografo dell'ospedale.
L'ordinanza è stata emessa dal gip su richiesta della Procura di Locri guidata da Giuseppe Casciaro.
Il provvedimento di interdizione scaturisce dalle indagini svolte dalla guardia di finanza del gruppo Locri che hanno portato i pm a disporre nei confronti del primario anche il sequestro preventivo di strumentazione medica nonché della somma di 40.532 euro.
Secondo quanto sarebbe emerso dagli accertamenti delle fiamme gialle, il dirigente medico avrebbe sottratto sistematicamente e per fini personali un ecografo in dotazione al reparto ospedaliero da lui diretto, donato dalla collettività locrese.
Il primario, infatti, pur essendo legato all'Asp di Reggio Calabria da rapporto di lavoro esclusivo, avrebbe esercitato attività professionale extra moenia non autorizzata in alcuni studi medici privati, utilizzando l'ecografo del reparto ospedaliero che dirigeva ed attestando falsamente all'Azienda sanitaria di trovarsi, invece, nell'ospedale di Locri per rendere "prestazioni aggiuntive".
L'Asp, in virtù di una specifica scelta di Musolino, corrispondeva allo stesso professionista indagato anche la cosiddetta "indennità di esclusività", un emolumento accessorio previsto a favore di tutti i dirigenti medici che scelgono di prestare la propria attività professionale esclusivamente a favore dell'Azienda sanitaria di appartenenza.
Nel corso delle indagini, inoltre, sarebbe emerso che in una specifica circostanza il primario, pur essendo in turno di "disponibilità", si sarebbe indebitamente rifiutato di intervenire in ausilio di altro dirigente medico del reparto da lui diretto che ne aveva richiesto l'intervento per gestire un'emergenza relativa a una paziente.
La somma sequestrata al professionista corrisponde a quanto il primario avrebbe indebitamente percepito tra "prestazioni aggiuntive" e "indennità di esclusività".
Quando è stato eseguito il provvedimento di interdizione, i finanzieri hanno sorpreso il medico in flagranza mentre stava visitando un paziente in uno studio privato della provincia utilizzando l'ecografo dell'ospedale.
Fonte: Redazione