Mostra fotografica al MUZÉ: "Futuro in Arbëria, Visioni di donne"
21-08-2024 12:01 - Cultura
È stata inaugurata presso il MUZÉ di Pallagorio la mostra fotografica "Futuro in Arbëria, Visioni di donne" di Lorenzo Fortunati. L'esposizione cattura l'essenza delle donne arbëreshë attraverso immagini intense e coinvolgenti, partendo dall'elemento significativi delle comunità, il costume.
Lorenzo Fortunati, fotografo di talento e storyteller, ha dedicato ben quattro anni alla ricerca sul campo nell'Arbëria, una regione storica e culturale abitata dalla comunità arbëreshë. Il suo lavoro si è concentrato in particolare sulle storie di 17 donne, provenienti da 11 comuni arbëreshë della Calabria. Con un approccio sensibile e rispettoso, Fortunati ha documentato il loro ruolo centrale delle donne come custodi delle tradizioni e il loro profondo legame con le radici culturali.
Questi scatti sono confluiti in un'opera che racchiude tutta la ricerca sul campo di Lorenzo Fortunati, ponendo le basi per future riflessioni e azioni volte alla salvaguardia del patrimonio culturale arbëreshë e della lingua. L'opera rappresenta non solo un omaggio visivo, ma anche un'importante testimonianza destinata a stimolare un dialogo continuo sull'Arberia del futuro.
Così Lorenzo Fortunati: "Vent'anni fa non sapevo niente di loro; ancora oggi li conoscono in pochi. Sono italo-albanesi antichi, sangue sparso della Diaspora, stabilitisi in Italia da quasi seicento anni. Pasolini lì definì un "miracolo antropologico" grazie alla conservazione di riti, costumi e lingua. In queste pagine ho raccolto microbiografle e scolpito ritratti di donne arbéreshe, dedite a tener viva la loro cultura, oggi marcatamente femminile. Con la potenza di piccole azioni quotidiane, senza rumore, contribuiscono all'emergere di nuove ragioni di esistere per i loro paesi fiaccati dallo spopolamento. Alcuni considerano queste donne come ultime testimoni di un popolo, ma preferisco vederle come le prime di una nuova fase storica. La loro vicenda ci riguarda tutti. I paesi arbëreshë offrono ancora vie diverse di intendere convivialità, ospitalità e vita: occasioni preziose in un tempo di appiattimento. Il patrimonio culturale che rigenerano può diventare bene comune, stimolare innovazione sociale. Perché non si limitano a "riscoprirlo" ma lo introducono nella loro vita quotidiana. Cosi ci consentono, conoscendole, di entrare in contatto con prospettive diverse attraverso cui leggere, anche criticamente, il come ci relazioniamo con il mondo. Il confronto dialettico, non la stasi né la passività di fronte al cambiamento eterodiretto e alla sua retorica, é necessario al nostro cammino."
La mostra, curata da Fili Meridiani, offre un viaggio visivo unico, permettendo ai visitatori di immergersi nella realtà delle donne arbëreshë, ammirando la ricchezza dei loro costumi e la forza delle loro storie personali.
Ettore Bonanno, responsabile organizzativo di Fili Meridiani, ha dichiarato: "continuano le nostre attività sul territorio per tirare fuori il valore nascosto delle nostre comunità. Siamo felici di ospitare un personaggio dal calibro di Lorenzo Fortunati e di averlo avuto ospite in Arbëria. "
"Futuro in Arbëria, Visioni di donne" è aperta al pubblico fino al 31 agosto presso il MUZÉ di Pallagorio.
Lorenzo Fortunati, fotografo di talento e storyteller, ha dedicato ben quattro anni alla ricerca sul campo nell'Arbëria, una regione storica e culturale abitata dalla comunità arbëreshë. Il suo lavoro si è concentrato in particolare sulle storie di 17 donne, provenienti da 11 comuni arbëreshë della Calabria. Con un approccio sensibile e rispettoso, Fortunati ha documentato il loro ruolo centrale delle donne come custodi delle tradizioni e il loro profondo legame con le radici culturali.
Questi scatti sono confluiti in un'opera che racchiude tutta la ricerca sul campo di Lorenzo Fortunati, ponendo le basi per future riflessioni e azioni volte alla salvaguardia del patrimonio culturale arbëreshë e della lingua. L'opera rappresenta non solo un omaggio visivo, ma anche un'importante testimonianza destinata a stimolare un dialogo continuo sull'Arberia del futuro.
Così Lorenzo Fortunati: "Vent'anni fa non sapevo niente di loro; ancora oggi li conoscono in pochi. Sono italo-albanesi antichi, sangue sparso della Diaspora, stabilitisi in Italia da quasi seicento anni. Pasolini lì definì un "miracolo antropologico" grazie alla conservazione di riti, costumi e lingua. In queste pagine ho raccolto microbiografle e scolpito ritratti di donne arbéreshe, dedite a tener viva la loro cultura, oggi marcatamente femminile. Con la potenza di piccole azioni quotidiane, senza rumore, contribuiscono all'emergere di nuove ragioni di esistere per i loro paesi fiaccati dallo spopolamento. Alcuni considerano queste donne come ultime testimoni di un popolo, ma preferisco vederle come le prime di una nuova fase storica. La loro vicenda ci riguarda tutti. I paesi arbëreshë offrono ancora vie diverse di intendere convivialità, ospitalità e vita: occasioni preziose in un tempo di appiattimento. Il patrimonio culturale che rigenerano può diventare bene comune, stimolare innovazione sociale. Perché non si limitano a "riscoprirlo" ma lo introducono nella loro vita quotidiana. Cosi ci consentono, conoscendole, di entrare in contatto con prospettive diverse attraverso cui leggere, anche criticamente, il come ci relazioniamo con il mondo. Il confronto dialettico, non la stasi né la passività di fronte al cambiamento eterodiretto e alla sua retorica, é necessario al nostro cammino."
La mostra, curata da Fili Meridiani, offre un viaggio visivo unico, permettendo ai visitatori di immergersi nella realtà delle donne arbëreshë, ammirando la ricchezza dei loro costumi e la forza delle loro storie personali.
Ettore Bonanno, responsabile organizzativo di Fili Meridiani, ha dichiarato: "continuano le nostre attività sul territorio per tirare fuori il valore nascosto delle nostre comunità. Siamo felici di ospitare un personaggio dal calibro di Lorenzo Fortunati e di averlo avuto ospite in Arbëria. "
"Futuro in Arbëria, Visioni di donne" è aperta al pubblico fino al 31 agosto presso il MUZÉ di Pallagorio.
Fonte: Redazione