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Stop alla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare

06-09-2024 10:56 - ITALIA
Il governo attua la "norma Costa" e modifica l'articolo 114 del codice di procedura penale: vietato riportare gli atti, integralmente o per estratto, finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare. Consentito solo il riassunto.

Divieto, per i giornalisti, di pubblicare il testo, o estratti, dell'ordinanza di custodia di persone arrestate. E' quanto prevede la norma approvata dall'ultimo Consiglio dei ministri, durante il quale il governo ha esercitato la delega inserita nella legge 21/2024 (di delegazione europea) in cui si prevede «il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare». Il decreto legislativo approvato dal Cdm dovrà ora passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti, anche se il parere delle stesse commissioni non è vincolante.

Il testo preciso dell'ordinanza diventa così di fatto segreto e la "stampastrong" non potrà pubblicarlo. La modifica dell'articolo 114 del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare, era stata decisa già diversi mesi fa in Parlamento quando il senato approvò l'articolo 4 della legge di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva europea sulla presunzione di innocenza. A dare l'avvio all'iter fu un emendamento del deputato di Azione, Enrico Costa, durante il passaggio alla Camera. «Le ordinanze di custodia cautelare contengono solo le accuse; la voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite ricorrerà quando saranno già su tutti i giornali", ha spiegato Costa. "È evidente che una persona schiacciata da un simile “peso” reso pubblico con centinaia di pagine di motivazioni, quand’anche ottenesse, dopo settimane, l’annullamento dal riesame, o, dopo mesi, l’archiviazione non riuscirebbe a capovolgere il racconto. Peggio ancora se arrivasse un’assoluzione dopo anni».

Si torna indietro dunque rispetto a quanto stabilito dalla riforma del 2017 dell'allora ministro Andrea Orlando, secondo cui le ordinanze sono pubblicabili senza limiti. Finora le ordinanze di custodia cautelare erano pubblicabili sui giornali e online, integralmente o per brani, senza alcun limite. Con le nuove regole, invece, si potrà riferire il per riassunto contenuto dell’atto giudiziario, quindi dare la notizia, scrivere il nome del destinatario della misura restrittiva e le ragioni che hanno portato alla sua emissione, ma senza poter pubblicare i virgolettati del provvedimento. Soltanto il capo d’imputazione potrà essere riportato per esteso.



Fonte: Redazione

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